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INTERVISTA – Tanto rumore su Petrolio Si e Petrolio NO, ma senza una Strategia Energetica tutto è inutile

INTERVISTA – Tanto rumore su Petrolio Si e Petrolio NO, ma senza una Strategia Energetica tutto è inutile

a cura di Dalila Monachino per MondoLiberOnline

Michele Marsiglia illustra il ruolo dell’organizzazione petrolifera che presiede e risponde in merito a tematiche attuali che concernono i settori del petrolio e dell’energia, tra queste,  la situazione geopolitica e l’aumento del prezzo del greggio. 

1. FederPetroli Italia è un punto di riferito per la discussione sul delicato panorama petrolifero mondiale.  Quale ruolo svolge ai Tavoli tecnici istituzionali?

FederPetroli Italia è una realtà di business e non rappresenta un sindacato. Le aziende si rivolgono a noi per creare Agreement e partnership strategiche con aziende del settore. Il nostro coinvolgimento e contributo a Tavoli tecnici e quello di essere rappresentativi delle categorie specifiche e di portare all’attenzione delle Istituzioni competenti ‘la voce’ delle aziende dell’indotto di FederPetroli Italia, come Organizzazione petrolifera multisettoriale della scena energetica internazionale.

Il problema è che il più delle volte riusciamo ad essere più rappresentativi con altre dinamiche relazionali che, attraverso i famosi Tavoli tecnici. Bisognerebbe organizzare e coinvolgere le parti interessate con più frequenza e con persone di alta competenza tecnica, ancora l’Italia su questo evidenzia delle lacune organizzative.

2. FederPetroli Italia è portavoce degli interessi e delle perplessità dei propri associati. Attualmente quali sono gli obiettivi e le preoccupazioni di chi lavora nei settori del petrolio e dell’energia?

Se parliamo dell’Italia gli obiettivi erano tanti ma adesso ci sono solo preoccupazioni. Le faccio un esempio, ultimamente il nostro coinvolgimento sulla riorganizzazione di una Strategia Energetica Europea (Energy Union) è notevole ma ad oggi manca in Italia una Politica Energetica Nazionale.

Il settore petrolifero o energetico, è disorientato. Uno Stato senza Politica Energetica manca di una delle componenti economiche essenziali alla produzioni di sviluppo e reddito industriale.

Il Italia le Raffinerie ormai si contato su un palmo di mano, i depositi sono in crisi, i Retisti, la logistica integrata verte su una mancanza di infrastrutture per non parlare della Rete carburanti, situazione fuori da ogni logica commerciale.

La domanda adesso è: anche se si dovessero autorizzare piattaforme di estrazione offshore e pozzi di olio e gas a terra, dove raffiniamo il greggio che viene estratto?

Tanto rumore su Petrolio Si e Petrolio NO, ma senza una Strategia Energetica tutto è inutile.

Già da qualche anno con Operazione Trasparenza, FederPetroli Italia alle Istituzioni, cittadini, pubbliche amministrazioni locali, università ed altre realtà sta spiegando il Petrolio e Gas in Italia, quali i vantaggi, i rischi e l’indotto occupazionale. Solo così stiamo facendo un po’ di trasparenza  sull’argomento, con un confronto diretto e costruttivo e con il rispetto per i cittadini.

3. Nel processo evolutivo del comparto petrolifero si sta registrando un calo nel prezzo del greggio. Da cosa è determinato? E per quale ragione il prezzo della benzina non sta subendo la medesima discesa?

Se prima la nostra variabile di osservazione per i greggi di riferimento parlo sia di WTI (West Texas Intermediate) che BRENT ( greggio riferimento Europa) era solo il mercato delle contrattazioni borsistiche internazionali, oggi le variabili sono molteplici e di diversa natura.

Oggi, è in atto una pura e chiara guerra di quote di mercato e, questo è ben visibile dalle politiche dell’OPEC degli ultimi anni e dalla situazione americana su nuove possibili aperture a politiche estere di esportazione del prodotto nonché, sui massicci investimenti in tecniche di estrazione (sia convenzionale che di Shale). Ovviamente la situazione non è bellissima, le variabili da considerare sono tante in particolare la delicata situazione geopolitica del Medio Oriente, per noi ancora incontrastato Hub petrolifero mondiale e, lo sarà ancora per anni ed anni, considerando le riserve di petrolio certe ed inesplorate che il Medio Oriente e l’Area nordafricana custodisce. Non stiamo assistendo solo ad un calo del prezzo del greggio ma bensì ad una indicizzazione altalenante dell’indice di riferimento. Ma anche in questo c’è un lato positivo, nelle speculazioni di mercato esiste una domanda ed una offerta e come mi dicevano spesso nella mia esperienza al NYSE di New York  <<…si compra o si vende…..il prezzo sale o scende…..ci si guadagna sempre!!>>.

Per quel che riguarda il prezzo dei carburanti, invito il consumatore a non guardare solo se il Petrolio sale o scende ma,  nell’analisi di un perché della situazione, bisogna iniziare a valutare tutte le variabili, almeno in Italia che, influenzano il prezzo delle benzine: accise, tassazione generale, costo del trasporto sulla Rete Carburanti e costo di Raffinazione come accennavo sopra, senza dimenticare che anche nel nostro settore c’è qualcuno che non è sempre bravo nel comprare e nel vendere Petrolio. Spero mi lascerà con un sorriso pronunciare queste poche parole con vena di polemica.

4.  Come ritiene che il quadro geopolitico stia influendo sui cambiamenti del settore petrolifero?

Il contesto geopolitico per me che faccio questo lavoro, non dico sia il primo ma sicuramente è un tema che riveste un’importanza fondamentale per il colloquio con altri paesi.

Prima citavo il Medio Oriente che per me è una seconda casa, lì l’analisi delle variabili del contesto geopolitico/religioso ad oggi è indice principale di studio.

Durante le conferenze a tema di Geopolitica spesso sto invitando gli operatori e le parti politiche, quando si entra in contatto con un Paese terzo a studiare la gente, gli usi, i costumi, la politica e le minoranze e maggioranze religiose.

Insisto sulla Religione perché la nostra risorsa principale come Petrolio e Gas è presente in grande quantità in location dove la Religione è anche Legge.

Ritengo che l’influenza del contesto geopolitico abbia grande importanza sulla nostra industria e questo sarà anche il tema di un interessante Corso di Studi che partirà dopo l’estate sulla Geopolitica dell’Energia, dove verranno affrontati temi di carattere economico, sociale, politico e diplomatico.

5. FederPetroli Italia ha presentato il nuovo Modulo QLF che renderà la vecchia “pompa di Benzina” un’Area Professionalizzante. In cosa consiste questo nuovo concept?

Il Modulo Quick Light Food è stato un parto durato circa due anni. Un Progetto dedicato alla Rete Carburanti, ovvero a quella fetta di mercato che alla fine diventa per l’indotto petrolifero il maggior canale di vendita di benzine e gasoli. Il Modulo Quick Light Food è nato per implementare le vendite dei carburanti e perfezionare sempre più quel segmento di mercato che in gergo chiamiamo Non-Oil, ovvero i servizi e prodotti che completano l’Area di servizio, parlo di lavaggi, rivendite, bar, food e ristorazione e, tanto altro.

La Divisione Rete di FederPetroli Italia ha studiato e valutato tutte le problematiche esistente sulla rete carburanti per poter dar vita ad un prodotto innovativo come il Modulo Quick Light Food.

Certamente sono interessanti i nomi di garanzia di grandi multinazionali che concorrono alla struttura finale del Modulo, parlo del Gruppo Cimbali, Nestlè, Chef Bertolini, Guido Baldi Allestimenti e tanti altri leader della ristorazione.

Abbiamo dato vita a qualcosa di complementare alle benzine, oggi il mercato si è globalizzato nella pluralità dell’offerta dei prodotti e servizi, dobbiamo dimenticare l’immagine del benzinaio sporco e rude, oggi l’utenza sarà servita da addetti formati sulla cortesia, qualità e soprattutto educazione: Area Professionalizzante, con servizi di informazione all-news, qualità nella degustazione del food e nei servizi mirati ad un target che oltre al trasportatore ed alla clientela aziendale, possa rivolgersi alle famiglie italiane in una nuova veste ed eleganza del non-oil. Il Modulo Quick Light Food sarà installato sugli Impianti di carburante sprovvisti di bar e di altri servizi non-oil ed in altre location adeguate alla struttura.

6. La strategia del Governo per l’energia è quella di assicurare una «produzione sostenibile di idrocarburi nazionali», per diminuire la dipendenza dall’importazione di combustibili. Qual è la posizione di FederPetroli Italia in merito?

Spiego bene la posizione di FederPetroli Italia e di gran parte dell’indotto petrolifero: con una delineata Strategia Energetica Nazionale riusciamo a sfruttare le potenzialità del sottosuolo in Italia sia a terra che nei fondali marini di Olio (Petrolio) e Gas. In questo modo nel giro di 10/15 anni riusciremmo  ad avere un risparmio di oltre il 35% sulla Bolletta Energetica delle Famiglie italiane. Questa non è una previsione ma un dato che si può toccare con mano.

E’ questo che bisogna capire, la potenzialità della risorsa idrocarburo che, tutti i paesi considerano importante e l’Italia fa finta di essere stordita sull’argomento sono per qualche voto in più o in meno, ma in questo modo si gioca sulla pelle delle Famiglie che molte volte non riescono ad arrivare a fine mese per pagare le bollette, una vergogna! La politica deve capire che l’occasione che l’Italia sta perdendo è grande, un Paese Hub del Mediterraneo come il nostro riveste un ruolo strategico nella compagine energetica internazionale. Vogliamo che il Governo si impegni con noi ad una ridefinizione di una Politica Energetica Nazionale.

Un ruolo fondamentale deve averlo anche ENI. L’azienda energetica di Stato deve fare da ‘Madrina’ ed aprire la strada alle piccole e medie aziende del settore, ovvero tutelare e preservare lo sviluppo industriale. Invece oggi non sento altro che lamentele, aziende che con Eni non riescono a dialogare, non riescono a lavorare: questa non è un’azienda energetica di Stato. ENI è il nostro ‘gioiello’. Eni deve essere il punto strategico dello sviluppo petrolifero italiano, invece sembra di assistere solo ad Agreement esteri. E poi, l’Eni deve rimanere un’azienda pubblica, patrimonio dello Stato italiano, come tutte le Compagnie Petrolifere di una nazione, abbiamo un gioiello dell’industria petrolifera mondiale, cerchiamo di avere un occhio di riguardo, ma non mi sembra che per il momento sia così, attendiamo….

Importante come già da me evidenziato in altre occasioni è il dialogo che dobbiamo avere con l’OPEC, se l’Italia è deputata a diventare una potenza per le risorse energetiche deve confrontarsi, dialogare con l’OPEC, comunicare ed analizzare con i paesi produttori i piani di sviluppo del potenziale di idrocarburi, in questo modo si potrebbe meglio definire anche il piano dell’approvvigionamento estero, che non deve mai mancare.

7. Cosa ne pensa della Legge Sblocca Italia? Come ritiene si svilupperà la questione delle Regioni che hanno impugnato la legge Sblocca Italia e la legge di Stabilità?

Siamo stati sempre contrari a questo disegno di Legge, sin dal primo momento. Sblocca Italia è una Legge importante ma deve essere perfezionata in tantissimi punti, altrimenti si rischia un blocco totale delle attività. Non è giusto togliere il diritto di espressione alle Regioni, Provincie e Comuni o altri Enti locali e focalizzare il potere decisionale tutto su Roma.

Roma deve fare la sua parte ma ogni giorno parlo con tanti amministratori locali che vogliono conoscere i progetti petroliferi, sapere, informarsi. Sblocca Italia, almeno per il nostro settore si è rivelato uno slogan solo ed esclusivamente elettore che ha danneggiato tante aziende petrolifere e di conseguenza posti di lavoro. Il Petrolio è una risorsa indisponibile dello Stato, almeno in Italia, quindi tutti i cittadini ne sono ‘proprietari’, compete anche a loro il diritto di esprimersi contro o a favore.

Sblocca Italia non ha fatto altro che favorire comitati di ostruzionismo, era inevitabile.  Sblocca Italia è stato utile a quelle poche Compagnie dell’indotto petrolifero che non sanno o non hanno mai dialogato con il territorio, la definisco solo una ‘prepotenza commerciale e politica’.

Non serve impugnare, bisogna discuterne in Parlamento. La Camera ed il Senato sono l’espressione dei territori a Roma, basta che il confronto avvenga li, con pro e contro, nel pieno della democrazia.

8. FederPetroli Italia per ciò che concerne la comunicazione, informa solo gli enti istituzionali delle proprie iniziative o intende coinvolgere anche le comunità?

‘Operazione Trasparenza’ è un Progetto/Iniziativa di FederPetroli Italia che ha dimostrato cosa vuol dire dialogare con tutti, buoni e cattivi, belli e brutti.

Forniamo puntualmente Dossier al Senato della Repubblica ed altre Istituzioni di carattere nazionale ed internazionale su argomenti di diversa specificità del nostro indotto, siamo in contatto costante con le rappresentanze dei due rami del Parlamento e con esponenti istituzionali ma senza dimenticare il territorio.

Qualche settimana fa sono stato in visita in Abruzzo, territorio ad alto potenziale di idrocarburi sia a terra che in mare. In Abruzzo ho incontrato Sindaci ed esponenti di diversa rappresentanza locale, sono loro che poi devono portare la voce ai cittadini.

Il confronto c’è anche con chi è contro allo sviluppo petrolifero, si parla, si discute ma sempre con un clima costruttivo e di confronto, dove c’è educazione anche la sostenibilità del Petrolio e delle idee può avere il ‘miglior sfruttamento ‘, penso questa sia la risorsa energetica che in Italia conta di più.

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