Dichiarazione del Presidente FederPetroli Italia – Michele Marsiglia a margine della sospensione produzione impianti petroliferi in Libia
“Per precauzione di corretta informazione abbiamo atteso che le news provenienti dalla Libia fossero fondate e veritiere. Al momento confermiamo che alcuni pozzi e terminali di collegamento, principalmente nella zona est e centro Libia sono stati posti in stato di chiusura della produzione di olio e gas, azionando le disposizioni di “well closing production” del flusso ai Centri di trattamento dei siti. Alcune zone portuali con sicurezza Ras Lanuf, Brega e al-Sidra adiacenti le baie di carico delle petroliere sono sotto controllo di milizie tribali e poste in chiusura. Ci confermano che alcuni gruppi riuniti in Tribù hanno dichiarato l’appartenenza alle forze del Generale Khalifa Haftar. Questo è un grave segnale per la Conferenza di Berlino di domani. Qualche giorno fa avevamo manifestato all’Agenzia AdnKronos che la politica libica è dettata dalle Tribù che vi abitano e, sono il vero tessuto sociale del Paese. Tribù che da anni risultano vicine e di protezione a Saif al-Islam Gheddafi, non è da sottovalutare questa mossa sull’indotto strategico petrolifero del Paese che attendevamo e come FederPetroli Italia avevamo annunciato da mesi.
Nelle prossime ore attendiamo di conoscere l’esatto numero di pozzi chiusi in capo all’ENI per quantificare anche il danno sui flussi di mancata erogazione effettiva. Non temiamo una ripercussione alla Compagnia Petrolifera Italiana, sia per Haftar che Sarraj, ENI è indispensabile al fabbisogno energetico del paese nordafricano. La preoccupazione più grande è assistere ad un sabotaggio industriale evidente della National Oil Corporation (NOC), oggi senza più alcun potere decisionale. Senza l’energia prodotta dall’ENI il paese libico raggiungerà in pochi giorni uno stato di default energetico. La Conferenza di Berlino a nostro avviso potrebbe essere elemento di distrazione per un’avanzata strategica verso la città di Tripoli”.