E’ d’obbligo cercare di fare chiarezza su cosa sta succedendo a seguito del servizio televisivo del programma ‘LE IENE’ andato in onda qualche giorno fa su Italia 1 dal titolo ‘Carburanti dalla Slovenia: è la frode del gasolio?’, che vedrebbe coinvolte alcune società con impianti di carburante in Veneto.
Oggi la Rete di Aree di Servizio, o più volgarmente dette Pompe di Benzina, in Italia è distribuita tra Compagnia Petrolifere ed Operatori privati detti Retisti e, conosciuti come Pompe Bianche o No-logo. Parliamo delle pompe di benzina che espongono marchi molte volte con il cognome del Gestore e/o Proprietario o, anche con insegne che non rappresentano nessuna compagnia petrolifera ‘ufficiale’ e conosciuta.
Per ufficiale intendiamo brand come TotalErg, Eni, Q8, Repsol, Tamoil, Esso, IP ed altre di livello internazionale.
‘Le Iene’ hanno portato all’attenzione del pubblico uno strano sistema di acquisto del carburante all’estero, specialmente daiPaesi dell’Est Europa, che, attraverso ingranaggi fiscali poco consoni ai controlli ed alla legalità, fanno si che il carburante entri nel territorio italiano e poi venga rivenduto dalle pompe di benzina a prezzo decisamente minore rispetto alle Compagnie Petrolifere ufficiali, con margini di variazione di prezzo elevati, da meravigliare il consumatore e destare forte scetticismo.
La precisazione che va fatta è quella che, le pompe di benzina dei Marchi ufficiali come quelli sopra citati, non possono da contratto acquistare assolutamente carburante da terzi, se non dalla stessa Compagnia Petrolifera che rappresentano: esempio, la pompa di benzina ENI acquisterà da ENI, quella IP dalla rete IP e così via.
Diversamente tutti gli altri distributori di benzina definiti ‘privati’ o con proprio logo posso diversificare il proprio approvvigionamento sia dalle compagnie petrolifere che da terzi, senza alcun vincolo contrattuale di ritiro merce da nessuno.
Come FederPetroli Italia conosciamo e rappresentiamo tra diverse categorie di mercato, sia i Gestori degli Impianti che i Retisti e le pompe bianche (No-Logo) e, questi imprenditori sono la massima espressione di una realtà aziendale consolidata nel tempo e con l’impegno familiare/imprenditoriale di una continua crescita.
Negli ultimi anni il fenomeno delle Pompe Bianche o No Logo è stato determinanteconsiderando l’alto tasso di crescita sul territorio italiano.
Queste stazioni di servizio sono la più alta ed evidente dimostrazione di imprenditori che pian piano hanno consolidato la propria esperienza ed il proprio business, investendo personalmente e costruendo privatamente gli impianti di carburante o acquisendo impianti di benzina da altre compagnie petrolifere che hanno deciso di vendere, caso di qualche tempo fa la Shell in Italia.
Questo fenomeno ha comportato il dover fare economia e risparmio in maggior modo rispetto ad una grande azienda petrolifera, quindi questi piccoli e medi imprenditori hanno focalizzato i propri margini di guadagno nell’acquistare ad un prezzo il più conveniente possibile il carburante e, a rivenderlo con altrettanto prezzo vantaggioso, fidelizzando sempre più il consumatore.
Tanto è vero che a volta questi Impianti di carburante sono privi di personale, per ragione di ottimizzazione di costi e quindi detti in ‘Easy’, ovvero con la sola politica di rifornimento del self-service.
Parliamo di minor servizio, minor costo ed a sua volta prezzo di vendita più competitivo per l’avventore.
Ma dove acquistano queste piccole reti di distributori?
Dove vogliono e dove il prezzo è più conveniente. Nel nostro Settore si usa dire che ‘riempiono a tappo’, in un gergo più consono alla comune narrativa vuol dire che pur di depositare e scaricare più benzina nei propri serbatori sotto l’impianto di carburante, quando trovano un prezzo conveniente,fanno scaricare nelle proprie cisterne quanto più carburante è possibile, fino all’orlo, parliamo sia di super senza piombo che di gasolio.
Il prodotto di questi impianti di carburanti il più delle volte è di ottima qualità, su questo non c’è dubbio. Dico il più delle volte perché FederPetroli Italia oltre a rappresentare le Compagnie Petrolifere è anche formata da associati che sono questi gruppi privati NO-LOGO e più volte ci siamo trovati a dover prendere evidenza di alcune situazione di furbizia di vendita.
Anche nel nostro settore ci sono i furbi o chi si crede tale, e non sempre si riesce a verifica che tipo di prodotto benzina o di porcheria, il singolo impianto fa scaricare nel propri serbatoi, ovviamente all’evidenza il tutto è stato punito penalmente con sequestro immediato dell’impianto di carburante.
Però, a margine di quello che sono gli illeciti o le frodi che in qualunque settore esistono e vengono perseguite quando scoperte, torniamo al punto che queste pompe di benzina private possono acquistare il proprio carburante da chiunque, senza vincolo alcuno.
Negli ultimi anni è venuto a galla un fenomeno che più volte ha destato scetticismo, l’importazione di carburante con autocisterne dirette in Italia e provenienti dai Paesi dell’Est.
Nell’Est Europa esistono Compagnie Petrolifere al top e con ottimo prodotto raffinato (carburante), ma esistono anche tanti furbetti.
Il gioco che solitamente si fa è questo: un broker o intermediario estero, il più delle volte con domicilio fiscale e societario in Paesi a Fiscalità agevolata, intermedia l’acquisto di un quantitativo di carburante tra un Paese dell’Est (nel caso de ‘Le Iene’) e un imprenditore italiano. Le autocisterne partono dall’Est ed entrano in Italia,scaricano il prodotto e ritornano indietro.
Tutto questo con un bassissimo prezzo del carburante che meraviglia sia le Compagnie Petrolifere di Bandiera (quelle ufficiali) che il consumatore.
Il tutto verte su un aggirare le Imposte varie, Accise e l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) in Italia, e sfruttare la fiscalità internazionale per pagare meno tasse.
Questo però non lo fa l’Impianto di carburante, che poveretto è sempre esposto a linciaggi mediatici continui, anche con un prezzo vantaggioso, bensì il broker, che il più delle volte, anzi quasi sempre, non rientra nei canali ufficiali di compravendita del prodotto petrolifero, sia chiaro che parliamo solo di chi verte con la propria attività su operazione finanziari non del tutto lecite.
Quindi, se dobbiamo fare un’accusa e ricercare un illecito, ricerchiamo in terzi, ma al povero Impianto di carburante e al suo Gestore evitiamo criminalizzazioni, l’unico scopo e vendere la benzina e nel modo più conveniente possibile, sia per lui che per noi tutti consumatori finali.
Stiamo però tutti in guardia dai furbetti quando facciamo benzina, ce ne sono ……e non sono pochi!
LINK: https://www.lindro.it/carburante-in-italia-a-poco-prezzo-facciamo-chiarezza/