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L’energia non si ferma per il coronavirus

Editoriale L’Indro a cura del Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia – L’Energia è stata sempre viva, dimostrazione ne è che Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti d’America, proprio ‘in occasione’ di questa spettacolare partita chiamata Covid19, stanno combattendo la più alta, grande e potente ‘Guerra di Prezzi’ e di leadership internazionale per conquistarsi il podio unico di Potenza Energetica

Queste settimane hanno portato tutti ad una ‘clausura’ forzata determinata dall’emergenza coronavirus Covid-19 ed alle normative di sicurezza emanate dalla Presidenza del Consiglio.

Giorni che hanno sconvolto la quotidianità delle persone, questa volta non di una zona geografica precisa, ma bensì dell’intero globocambiando le abitudini di vitadi consumo e la propria giornata facendo si che il tempo a disposizione potesse essere investito in attività diverse: per chi lavora smart-working, altrimenti televisione, lettura ed approfondimenti dei più diversi, dalla medicina (tema principale) all’economia, passando per le attività di cucina.

Quello, però, che è sembrato a gran parte della popolazione cieca oltre le mura di un’abitazione, è che il Mondo si sia fermatoma non è proprio così. Non si può nascondere che i ritmi sono cambiati e la produttività sull’intero pianeta non è più la stessa, ma c’è un Mondo che ha rallentato ma non si è mai fermato, quello dell’Energia.

Non mi riferisco soltanto alla dicitura o denominazione legislativa di ‘attività necessaria’, ma bensì a cosa veramente sta succedendo e come stiamo lavorando.

Non si può fermare l’Energia, vorrebbe dire fermare la vita, i consumi, le attività necessarie e l’elenco infinito di cose, volendo rappresentare cosa questa parola oggi, più di ieri, è necessario elemento di vita.

In questi giorni le raffinerie hanno lavorato, con organico minore e con disposizioni di emergenza ancora più rigide, ma hanno lavorato, le conference-call attraverso Pc si fanno, progetti devono per forza di cose andare avanti nella loro pianificazione, gli impianti di carburante stanno lavorando.

La benzina deve essere venduta, anche dopo l’irresponsabile minaccia di sciopero di alcuni sindacati di chiudere l’erogazione dei carburanti. Novella che poi si è rivelata ridicola, solo un modo per essere uditi dal Governo, ma che, però, ha causato un vero panico mediatico e dell’opinione pubblica in un momento in cui la psiche di tutti è elevata alla più grande sensibilità emotiva, ma questo lascia ormai il tempo che trova e ben abbiamo precisato che la FederPetroli Italia non rientra in queste categorie e, cosa più importante, in queste azioni irresponsabili.
Abbiamo lavorato e stiamo lavorando, con fatica, ma ci siamo.
Morale della favola: nessuno ha chiuso e la benzina c’è, anzi, ce ne è in abbondanza, come c’è abbondante Petrolio immagazzinato all’interno dei serbatoi e depositi mondiali.

Quindi l’Energia è stata sempre vivadimostrazione ne è che Arabia SauditaRussia e Stati Uniti d’Americaproprio ‘in occasione’ di questa spettacolare partita chiamata Covid19stanno combattendo la più altagrande e potente Guerra di Prezzi e di leadership internazionale per conquistarsi il podio unico di Potenza Energetica.

Dal 1929 -Grande Depressione- non si vedeva una situazione con una guerra dei prezzi dei greggi cosìWTI (petrolio di riferimento americano) a 20 dollari a barile e BRENT (petrolio di riferimento europeo) a 24 dollari a barile, con forti oscillazioni che hanno spinto le quotazioni durante la giornata delle rispettive contrattazioni borsistiche a toccare punte di 19 dollari a barile.

Molti l’hanno giudicato un’Apocalisse, noi l’abbiamo chiamata ‘Tattica Strategica’.
E’ bastato qualche giorno di quarantena anche per i greggi conservati e dormienti in grandi serbatoi, per far si che si preparasse un effetto di esplosione. Da un giorno all’altro un aumento di 5 dollari a barile del prezzo del petrolio. Eccola si chiama ‘Inversione a rimbalzo’ per chi mastica un po’ di terminologia tecnica borsistica. Il trend continueràsempre con una più alta volatilità.

Niente è fermotutto si muove in un ambiente che, mi dispiace, ma noi italiani o parte di maggioranza di italiani, rispetto agli Stati Uniti d’America ed ad altri Paesi più evoluti nel mondo lavorativo, abbiamo sempre sottovalutato: si chiama mercato digitale, mercato via web, I.T work, chiamiamolo come vogliamo, quell’abilità di lavoro come il mondo a nostra insaputa più volte fa, attraverso un mercato digitale e non fisico, che permette lo scambio di miliardi di dollari, di azioni, di barili, di merci e rende ricchi tanti.

Certo le strette di mani sono diventate digitali, e questo, per chi scrive che si occupa di ‘Relazioni’ è un grande gap, che, comunque, correndo ai rimedi più diplomatici, si riesce a superare, ma l’Energia ha lavorato, per far si che le nostre televisioni, i nostri trasporti, i nostri smartphone e le nostre cucine potessero rendere anche un atroce periodo di reclusione forzata come questo, più sopportabile e a volte di distrazione.

L’Emergenza esiste ed è scontato che aziende, commercianti ed operatori diversi che già vivevano in una situazione di affanno aziendale, dopo questo momento saranno in un periodo molto duro, anzi, lo sono già.

Non chiamiamola ‘CRISI’, non è una crisi per ora, ma bensì un effetto domino da Covid-19un trascinamento di situazioni pregresse che si sono aggravate in questi giorni, ma già esistevano.

Voglio chiarire che la mia interpretazione non è quella di un ‘Giardino dell’Eden’ dopo il Covid-19, ma neanche di un effetto bomba atomica, perché le aziende sono sul nastro di partenzapronte allo Start.

Questa non è una CRISI di consumi ed economica, come nel 2011, questa è una crisi da virus, il consumo esisteè solo bloccato, l’indotto mondiale lavora ed è forte, ma purtroppo si è dovuto rallentare ed in alcune situazioni bloccare.

A chi mi ha chiesto se la ripresa sarà graduale, rispondo ‘NO’.
NO, non sarà una ripresa, ma bensì una ‘Riapertura’, uno Tsunami positivo questa volta che con la stessa violenza che ci è stata imposta di stop, corrisponderà ad un’azione uguale e contraria per l’intera produttività internazionale ……… ed ovviamente anche per il Petrolio!
Teniamo duro ancora per un po’.

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