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Profumo (Leonardo) ha ragione. Anche questa è politica

Editoriale L’Indro a cura del Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia – La polemica a distanza tra Leonardo e Confindustria impone un ragionamento sulla responsabilità degli ‘Uomini di Stato’ e degli ‘Uomini di industria’

In questa settimana si è accesa una polemica sulle parole pronunciate dal CEO di Leonardo (ex Finmeccanica), Alessandro Profumo, sulle dichiarazioni del nuovo Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

Bonomi negli scorsi giorni ha detto «Questa politica rischia di fare più danni del Covid», non solo, in occasione degli Stati Generali dell’Economia, convocati dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Villa Pamphili, Bonomi ha più volte criticato le azioni dell’Esecutivo provocando qualche malumore anche tra i suoi stessi alleati confindustriali.

Alessandro Profumo, in occasione di una domanda sulle dichiarazioni di Bonomi, risponde e ne riportiamo virgolettato «Nella gravità della situazione anzi, in virtù di essa siamo di fronte alla possibilità di ridisegnare la politica industriale del Paeseall’insegna di un nuovo rapporto tra pubblico e privato, capace di orientare gli investimenti strategici sui settori chiave dell’economia del futuro. La mano invisibile del mercato e la mano visibile dello Stato devono tornare a lavorare insieme, quest’ultima con l’obiettivo di creare quel contesto di infrastrutture e tecnologie abilitanti capaci di liberare tutta l’energia dell’iniziativa privata. È il cuore di quella che Adam Smith identificava come la Ricchezza delle Nazioni», parole che sono state pubblicate sul portale della Fondazione Leonardo.

Ad una dichiarazione al ‘Tg2’ Alessandro Profumo approfondisce telegraficamente con Non condivido la posizione di BonomiE’ facile criticare da fuori. Ad oggi, torno a dire, non ho capito quale sia la proposta di politica industriale.Certamente ci sono tantissime difficoltà. Credo che non sia il momento di usare un vocabolario che io definisco del ‘900di recriminazione”. Troppo duro? “Non è un problema di durezzalo trovo vecchio. Che secondo me è anche peggio.

Ed è proprio qui che ci soffermiamo. Con questo articolo non vogliamo polemizzare con nessuno dei due litiganti, né, tanto meno, fare da terzi e godere, ma indicare e dare un’interpretazione (secondo il sottoscritto) di quello che un ‘uomo di poltrona pubblica’ deve anche fare e, nella responsabilità di vertice di una partecipata di Statosaper ben equilibrare ogni attacco e polemica.

Chi ci legge da anni sa che con FederPetroli Italia non abbiamo mai risparmiato di criticare o elogiare i Governi o qualche politico, nel bene e nel male dell’operato, lì dove c’è ne stata necessità ed esigenza, non ci siamo mai risparmiati anche di attaccare, industrialmente parlando, qualche società petrolifera per delle politiche industriali errate, nonostante siano il nostro pane quotidiano. Ma c’è anche una condotta da mantenere ed il più delle volte si chiama ‘Responsabilità’.

Sia chiaro che ogni individuo è libero di dire quel che crede, nonostante le posizioni sociali che occupa, ma è anche vero che i continui attacchi e lamenti non portano a niente.

Covid-19, nessuno poteva immaginarlo, lo sappiamo tutti, nonostante si dica di scienziati e professoroni che sapevano, si poteva anticipare un lockdown, ma scampare a questa ondata epidemica penso proprio di no.

Quindi nessuno era pronto, non solo Giuseppe Conte e tutta la squadra di Governo, neanche l’America, neanche la Spagna, neanche il Brasile…..quindi non è una situazione italiana.

Frasi che ricorrono ormai giornalmente “…ma i nostri politici……” e via con tutte le più grandi accuse. Pensate che all’estero queste lamentele non ci siano?

Non confondiamo, però, gli stipendi dei parlamentari ed i privilegi con il Covid-19, perché altrimenti con una rabbia chiamata Coronavirus andiamo a mettere nello stesso calderone gran parte di nostri pensieri e, in questo caso nel Paniere Covid-19ci mettiamo anni di opinione pubblica che è scontenta di governi e governicchi.

Se ci fosse stata al governo la Destra sarebbe stato lo stesso, se ci fossero stati altri non cambiava nulla. Questa situazione sarebbe stata difficile per tutti, e le conseguenze non le stiamo pagando solo noi, le criticità ci sono in tutto il mondo.

Quindi Bonomi, che non è un uomo di Stato,bensì di Industriapoteva essere più cauto, anche perché qualcuno potrebbe dire “E’ se ci fosse stato Bonomi al posto di Conte?”.

Un grande giornalista italiano mi ha sempre detto ed insegnato che non bisogna gioire delle disgrazie altrui, lo sappiamo ovviamente sin da bambini, ma attaccare un Esecutivo, un CEO, o qualcuno in una situazione di difficoltà politica o personale, l’azione vale zero.

C’era bisogno che Bonomi nell’esercizio delle sue funzioni come rappresentante di Confindustria pronunciasse quelle parole proprio oggi?

A chi me l’ha chiesto in questi giorni rispondo: sono d’accordo con Alessandro Profumo senza ombra di dubbio.

Bisogna rimodernarsi nel dialogo,nell’approccionella dialetticanon si può fare sempre l’opposizione di qualcuno per prassi. Siamo nel 2020 ed il mondo va cambiato, le parti sociali devono cambiare, c’è bisogno di essere costruttivi.

Ma nella situazione c’è bisogno anche di essere Uomini di Stato, e, in questo caso, Profumo rappresenta lo Stato, con Leonardo ex Finmeccanica rappresenta in Italia ed all’estero il nostro Paese, nel settore di competenza e, non dico che deve difendere lo Stato ed il Governo, ma deve essere un braccio portante.

Chiariamoci, non vuol dire che se sono stato nominato su una poltrona pubblica, devo dire sì a tutti e fare il servo di qualcuno, ma, ho anche il dovere di essere una persona di fiducia.

Immaginate voi un’azienda di Stato che va contro lo Stato, sarebbe una figura pessima per un Paese.

La Politica signori è anche questasaper fare squadrasaper fare casta e saper essere un uomo di fiducia.

A chi mi ha chiesto in queste settimane: “Presidente le sembra giusto che ci sia Vittorio Colao con migliaia di consulenti?” Ho risposto: “E’ Politica anche questa. Però ognuno ha le proprie idee di come vanno e come dovrebbero andare le cose…”.

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