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    Milano, 14-07-2020

    Transizione energetica, cosa sta succedendo?

    Editoriale L’Indro a cura del Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia – I tempi devono essere maturi, questo è il momento di iniziare a virare ‘leggermente’ ed adeguarsi ad un’Energia più pulita. Ci sarà da investire e sperimentare, ma un’Energia più pulita rende le nostre vite più pulite

    Le più grandi Compagnie Petrolifere del pianeta, in questi ultimi mesi, stanno lanciando proclami e piani di investimento inneggiando all’inizio dell’era Low Carbon, orientando le proprie attività sempre più vicine a quella parola che con petrolio suona come un controsenso e un binomio difficilmente associabile, la parola ‘Green’. La fase della Transizione Energetica, ma che cos’è e come avverrà?

    Se proprio si vuole considerare una definizione tecnica da dizionario, Transizione Energetica significa passaggio da un utilizzo di forme di energia da fonti fossili a quelle comunemente dette rinnovabili.

    Ma così detta entriamo in un cerchio che andrebbe a confondere i Lettori facendo pensare -e a qualcuno sperare– che i ‘Petrolieri’ diverrebbero dall’oggi al domani leader indiscussi delle delle più famose Organizzazioni GREEN presenti sulla Terra.

    In primis la compagnia petrolifera di bandiera inglese British Petroleum (BP), per non parlare della nostra ENI, e di tante altre anche più piccole che a volte non si conoscono, hanno annunciato ed orientato parte delle proprie divisioni, o meglio hanno creato delle divisioni di business ex novoper avvicinarsi sempre più ad uno sviluppo industriale ed energetico più sostenibile.

    Per anni siamo andati avanti con il Protocollo di Kyoto, una sorta di vademecum con degli obiettivi da raggiungere da parte dell’industria che attraverso l’emissione di C02 (anidride carbonica) in atmosfera, anno dopo anno, dovevano impegnarsi a ridurre le emissioni con quote che venivano viste e riviste senza mai sapere la fine quale sarebbe stata.

    Un processo di riconversione o di adeguamento industrialespecialmente nell’industria petroliferanon è facileè costosoma è principalmente e specialmente lungo.

    Transizione in questo caso vuol dire investimenti. Investimenti per circa 2,1 trilioni di dollari, secondo le stime di grandi istituti finanziari internazionali che calcolano e prevedono gli investimenti a livello mondiale nei prossimi anni, con un aumento esponenziale dei posti di lavorooltre 6 milioni di occupati, il tutto legato a questo cambiamento.
    Non ultimo l’OCSE ha dichiarato che i Fondi Sovrani potrebbero contribuire a questa nuova fase energetica con ingenti investimenti, cosa che abbiamo visto già si sta iniziando a realizzare in Arabia Saudita con le nuove e criticate politiche economiche del principe Mohammed Bin Salman.

    In Italia, come anche in altri Paesi, diverse raffinerie sono state riconvertite al Biofuel, ovviamente, però, in questo modo è venuto a diminuire quel delta che soddisfaceva un fabbisogno che ancora oggi è primario nella logistica generalela Benzina.

    Importanti studi e progetti sono stati intrapresi nell’ambito dell’energia da sfruttare prodotta dalle onde marine, ed ENI è stata una delle prime oil companies ad investire in questi progetti, per non parlare della fase di lavorazione dei rifiuti e, con nuove tecniche, riuscire ad estrarre energia, con un basso impatto ambientale e che possa aiutare la vita ma soprattutto, la qualità della vita di tutti noi.

    Molte persone sono dell’idea che l’industria petrolifera sia sempre stata contro un cambiamento e diverse sono le tesi e fiabe che si sentono su possibili complotti tra case automobilistiche e petrolifere. Se così fosse Bmw, Audi e tante altre case automobilistiche avrebbero dovuto bruciare in un camino i progetti di veicoli elettrici ad idrogeno, che già da anni vediamo nelle città italiane, per non parlare del mercato estero. British PetroleumBiofuelIdrogeno, gas, FederPetroli Italia

    Nei giorni scorsi, Bruxelles ha reso noto la Strategia Europea per l’Idrogeno e ha lanciato l’ European Clean Hydrogen Alliance, inerente il Piano europeo per l’integrazione dei sistemi energetici, associabili a qualsiasi tipo di industria. Il Piano ha avuto il plauso dal Commissario Europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, auspicando una veloce e ambiziosa marcia europea in questo nuovo impegno internazionale, nonché della Banca Europea degli Investimenti (BEI), che sarà coinvolta per l’erogazione di fondi ed altro tipo di interventi finanziari.

    Numerosi sono i business plan e anche i progetti di piccola entità che arrivano in sede da tempo. Come Organizzazione energetica FederPetroli Italia non ha mai snobbato o non considerato nuove forme di businessanche se più Green della propria denominazione, per altro puramente linguistica e di brand. Dimostrazione ne è stata anni fa ormai con il fotovoltaico che è stato utilizzato per produrre energia ed installato su gran parte di pensiline della Rete Carburanti in Italia.

    C’è un momento per tutto, ed i tempi devono essere maturiquesto è il momento di iniziare a virare ‘leggermente’ ed adeguarsi ad un’Energia più pulita.

    Ho scritto ‘leggermente’ perché non significa che le compagnie petrolifere abbandonano il proprio core-business, ovvero l’idrocarburo, il petrolio, il gasma faranno sì che i processi produttivi, che grazie alla tecnologia che per forza di cose decenni fa era diversa, iniziano a produrre un carburanteun gasoliouna benzina più pulita, intersecando con le nuove tecniche una transizione energetica che porti un’Energia, in tutte le sue forme, sostenibile.

    Decarbonizzazione, questa la parola più usata, un processo di riduzione di quell’elemento che è il carbonio e l’idrogeno che compongono le principali materie energetiche.

    Ci sarà da lavorare e come tutti i processi, ci sarà da investire e sperimentarema un’Energia più pulita rende le nostre vite più pulite e nello stesso tempo, speriamo, contribuisca forse a far capire che anche i ‘petrolieri hanno a cuore la terra dove si vive.

    Come tutte le cose, questa Transizione è un elemento di positività, ma questa volta concordo, diversamente da altre, con l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), ritenendo il tutto un’occasione da non perdere sia per il business che per l’eco-sostenibilità, ma è anche necessario, però, che i governi abbiano la volontà di coglierla, spingendo su una vasta gamma di politiche, iniziative e nuovi quadri normativi che ne supportino la realizzazione.

     

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