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L’Analisi – Colonial Pipeline: hacker e petrolio, gli USA fuori gioco

Un Paese come gli Stati Uniti d’America, sempre più globalizzato e all’avanguardia nelle tecniche e misure di sicurezza interna, subisce nello stesso tempo tali attentati, seppur informatici, che ne compromettono, in poche ore, la totale dipendenza energetica – a cura del Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia

Sembra di guardare un gran premio di Formula1 e che, dopo miliardi investiti e tecnologia ai massimi livelli, per un piccolo contatto elettrico la vettura si ferma o non parte più. Spesso ci si chiede, ma è mai possibile?

Ebbene sì, ma adesso non siamo in un Gran Premio di Formula1, siamo in un’America tanto tecnologica ed attentache per un hacker viene messa fuori gioco, per un virus denominato Ramsonware, proprio come quello che tanti di noi a volte cercano di debellare nei pc. L’accaduto di questi ultimi giorni riporta i nostri pensieri indietro di circa 30 anni quando nelle sale cinematografiche iniziarono a proiettare quel film dal nome ‘War Games – Giochi di guerra’. Forse una sorta di premonizione, visto che la produzione è neanche a dirlo, americana.

Qualche giorno fa un’immensa struttura strategica di circa 9mila chilometriuna pipeline che collega e serve l’America energeticaè stata messa fuori gioco e, per forza di cose, è stata bloccataè stata hackerata nel termine che oggi la moderna Information Technologies apostrofa tale problema. Parliamo della Colonial Pipelineun tubo che serve diverse aree delle coste americane per l’approvvigionamento interno del carburante. Il gruppo di attacco, secondo le indagini e le fonti di intelligence e la conferma dall’FBI, si chiama DarkSide, un’organizzazione che viene denominata come il ‘Robin Hood’ dell’era moderna, una sorta di ladro a fin di bene che con il sottratto ai grandi colossi industriali destina il bottino alle organizzazioni benefiche.

La Colonian Pipeline ha chiuso tutta la rete logistica. Non solo, il Presidente Joe Biden ha dichiarato per forza di cose lo Stato di Emergenza e il legislatore americanodopo l’attaccoha varato una direttiva sul trasporto delle benzine su gomma consentendo ai conducenti orari e turni extra per garantire al prodottodopo il processo di raffinazionedi raggiungere le destinazioni e coprire il fabbisogno momentaneo a seguito della forte criticità.

Un virus, proprio come quello che tutti cerchiamo di scansare nei nostri pc o smartphone. Sembra di vivere un film, anche perché, come dichiarato con FederPetroli Italia ad alcune agenzie di stampa internazionale, i servizi di sicurezza da anni hanno suggerito all’industria dell’Oil & Gas di studiareanalizzare ed investire nella tutela e Cyber Securityma mai ad immaginare un tale disagio e per ‘così poco’, o che esperti smanettatori di pc potessero ridurre la più grande nazione al mondo ad alzare bandiera bianca.

Il Colonial Pipeline è un importante oleodotto, gestito dal Colonial Pipeline Company, che trasporta il carburante verso le città della costa orientale americana. Parliamo di benzina, quindi prodotto già raffinato destinato direttamente al consumo. Le raffinerie del Texas effettuano il pompaggio nell’oleodotto e così la benzina riesce a raggiungere la East Coast, la capacità di trasporto è di circa 400 milioni di litri al giorno di carburante. Per effetto domino, i greggi hanno subito delle oscillazioni ed in particolare il WTI, petrolio di riferimento USA, non ultime le operazioni di approvvigionamento spot hanno avuto un’impennata, a seguito di una massiccia politica di acquisto da parte degli operatori. Il mercato energetico in poche ore ha raggiunto una tale situazione di ‘panico’ da stravolgere l’economia petrolifera americana sotto l’osservazione del mondo intero dell’Oil & Gas per quello che stava accadendo.

Quindi in pochi anni, almeno la nostra industria, quella energetica, ma senza risparmiare altre di carattere strategico, è passata dalla difesa delle proprie strutture nei confronti del terrorismo più comune con razzibombe o droni, come accaduto, qualche tempo fa, ad una struttura saudita in quota alla Saudi Aramco, al non meglio identificato hackeraggio informatico, il più dannoso di tutti perché efficace attraverso dei dati.

Questo attacco ci rende sensibili alla continua e, non sarà l’unica, minaccia ai nostri sistemi di gestione, un male che in pochi secondi altera e compromette la sicurezza nazionale di uno Stato con risvolti sull’intera strategia della filiera industriale.

L’analisi politica dell’accaduto ci porta però dall’altra parte del mondo perché sembra che il collegamento di questi hacker sia strettamente legato alla Russia, ed in poche ore le cancellerie americane hanno portato il Presidente Biden a chiedere un incontro urgente al suo omologo russo Vladimir Putin per discutere del tutto. La cosa che allarma di più è che organi di sicurezza delegati hanno ritenuto che la minaccia si possa in poco tempo estendere anche ad altre strutture e parti strategiche e che la sicurezza nazionale è compromessa.

Che sia un tentativo di estorsione, di ricatto di puro attacco terroristico lo sapremo presto, la cosa che più meraviglia e sorprende è proprio quella di vedere un Paese come gli Stati Uniti d’America, sempre più globalizzato e all’avanguardia nelle tecniche e misure di sicurezza interna, subire nello stesso tempo tali attentati, seppur informatici, che ne compromettono, in poche orela totale dipendenza energetica.

Poche ore fa il gruppo Darkside, attraverso un post, ha chiesto scusa, spiegando che non era quello l’intento di creare disagio ad una nazione e che la prossima volta faranno più attenzione. Ma veramente stiamo parlando di qualcuno che giocava con il pc? Tutto avremmo immaginato, ma non di essere messi ko da esperti di videogiochi. Da oggi in poi noi dell’indotto dell’Oil & Gas, per tutelarci, inizieremo ad assumere esperti di GameBoy.

 

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