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    Genova, 18-10-2021

    INTERVISTA – La vera ragione dei bombardamenti su Gaza, Marsiglia-FederPetroli Italia: giacimento di gas Leviathan “conteso” tra le parti

    InfoPal Di Angela Lano – Al largo delle coste gazawi si trova uno dei giacimenti di gas più grandi al mondo. Questa è una delle ragioni, forse quella maggiore, delle periodiche offensive israeliane contro la Striscia di Gaza sotto assedio? Ne abbiamo parlato con il presidente di FederPetroli Italia, Michele Marsiglia.

    Presidente Marsiglia, secondo lei, quali sono le reali ragioni dietro le periodiche offensive israeliane contro la Striscia di Gaza assediata?

    M.M. E’ certo che ci troviamo in un territorio che è in continua guerra da più di 70 anni per non andare indietro nel tempo a quello che sono le fonti storico-religiose. Le ragioni sono diverse, è evidenza oggettiva però che Israele non si accontenta solo di quello che ha. Farebbe comodo anche avere sotto il proprio dominio la Striscia di Gaza ed il resto dei Territori palestinesi come l’area della Cisgiordania.

    Sappiamo che Leviathan è un’area del Mediterraneo che si trova di fronte alla Striscia di Gaza, ma è rivendicata da Israele, come il resto della Palestina storica. Per i Palestinesi sarebbe una enorme fonte di ricchezza, se l’Autorità palestinese riuscisse a gestirla…

    M.M. Ad oggi parte del giacimento offshore è gestito solo ed esclusivamente da Israele che, attraverso l’americana Chevron, sfrutta e produce il gas del bacino marino per poi portarlo a terra in Israele e parte in Egitto con delle pipeline di collegamento. Gestire l’area di Leviathan non è impresa da poco, c’è bisogno anche di strutture aziendali idonee per la produzione e commercializzazione del gas. Certamente in un’area oggi come Gaza prima di tante cose, avere anche solo parte di Leviathan allevierebbe tante sofferenze economiche ed in primis sociali nella Striscia.

    Come potrebbero, i Paesi arabi, aiutare l’Autorità palestinese a sfruttarne le risorse?

    M.M. La questione è molto delicata e non semplice, parlo dell’aspetto geopolitico di paesi che affiancano o meno sia Israele che la Palestina. Oggi tutto il Medio Oriente è in stato avanzato nel campo dell’Oil & Gas e, sappiamo che tutta la terra mediorientale per l’indotto petrolifero continua ad essere territorio predominante a livello mondiale per gli idrocarburi. Con questo voglio dire che strutture, competenze e risorse ci sono e potrebbero essere di affiancamento all’Autorità Palestinese, il problema è di tipo politico. Chi affianca e supporta chi e come…

    Quale potrebbe essere il ruolo della comunità internazionale, e in particolare dell’Italia, in questo senso?

    M.M. L’Italia dell’Oil & Gas è presente con le risorse umane, le infrastrutture, l’ingegneria e altre risorse in Medio Oriente. Non dimentichiamo che con ENI e Saipem siamo tra le aziende italiane più qualificate a livello internazionale e molto dello sviluppo del Medio Oriente è dovuto alla competenza petrolifera italiana. Per quel che riguarda la Comunità Internazionale torniamo sulla tematica precedente: Israele e Gaza sono appetito di tutti ma il più delle volte sono abbandonati da tutti; poi, in questo caso, se parliamo di risorsa mineraria come il Gas, tutti stanno alla finestra ad attendere. Il problema sta nel fatto che questi territori sono in guerra da oltre 50 anni.

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