Petrolio russo e il caso Lukoil, Marsiglia a Il giornale d’Italia: “Gli USA hanno una doppia faccia e un doppio guadagno ai danni dell’Europa”. Il caso Lukoil ha mostrato il vero volto degli americani che da un lato guadagnano vendendoci gnl e petrolio e dall’altro lo acquistano dalla Isab di Priolo che lo importa dalla Russia.
L’inchiesta del Wall Street Journal ha fatto discutere il mondo intero, sebbene fosse già nota. Ma la messa in evidenza dei giornali americani hanno aperto un dibattito sull’ipocrisia delle sanzioni alla Russia che, da una parte creano uno svantaggio competitivo all’Europa, Italia in primis, e dall’altro avvantaggiano l’America che ci vende gnl e petrolio ad un prezzo quattro o anche cinque volte maggiore rispetto a quello russo, creando un disagio anche agli operatori energetici (oltre che alle famiglie e imprese). Ma in vista dell’embargo al petrolio russo, che arriva in una congiuntura in cui anche l’Opec ha siglato un taglio nella produzione di petrolio, che futuro si prevede per l’economia americana e per quella europea? Il Giornale d’Italia ha sentito per l’occasione Michele Marsiglia (FederPetroli Italia) che da tempo evidenzia la necessaria esigenza di tornare al gas russo. Dopo la notizia di Liz Truss, la premier dimissionaria del Regno Unito che, poco dopo l’attentato ai gasgotti Nord Stream 1 e 2 disse a Biden: “E’ fatta” e infatti da allora si ebbe la notizia che l’arteria polmonare dell’economia eurasiatica era saltata in aria con 700 kg di petrolio.
Petrolio russo e il caso Lukoil, Marsiglia a Il Giornale d’Italia: “Gli USA potrebbero avere effetti negativi dall’embargo del petrolio”
Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal la Lukoil siciliana venderebbe agli americani il greggio raffinato destinato ai gruppi come Exxon. Il principio è legale perché secondo la legge del Made in Italy l’ultima lavorazione del prodotto e il suo confezionamento ne determinano l’origine di provenienza. Come reagirà l’America quando dal 5 dicembre prossimo ci saranno i blocchi anche sull’acquisto e l’importazione di petrolio Russo?
Di modi per arginare le sanzioni ce ne sono molteplici, certamente entriamo nell’illecito. L’abbiamo visto anche con la Libia. Al momento non capiamo quale sia il grande scoop del WSJ, dato che tutto, se veritiero è legale. Si parla di prodotto raffinato, quindi una volta lavorato, quando esce dalla raffineria è diverso. Non è un gioco, ma è la Legge che lo interpreta tale. Se è vero che la Exxon abbia acquistato diversi quantitativi di prodotto raffinato, il problema non sta tanto in quello che potrà succedere, ma bensì nel fatto che, se così fosse, gli USA hanno una doppia faccia, oltre che un doppio guadagno ai danni dell’Europa e di altri.
L’America ha davvero tutto questo bisogno di lavorare il petrolio russo?
Gli Stati Uniti sono un Paese produttore, di prodotto raffinato ne hanno in abbondanza anche se, in questi ultimi periodi le criticità sono a livello internazionale. E’ anche possibile che diverse raffinerie americane abbiano cambiato le loro politiche interne di raffinazione, allora si che potrebbe esserci bisogno di altro greggio o benzine e gasoli.
Che impatto avranno le sanzioni europee verso la Russia a partire dal 5 dicembre, dopo il taglio della produzione di barili di petrolio da parte dell’Arabia Saudita, così come è stato definito anche nell’ultima vertice opec?
Un impatto negativo sicuramente come lo è stato per l’Europa. Più volte abbiamo detto che un continente che ha applicato le sanzioni, si trova più svantaggiato ed in crisi del paese sanzionato. La cosa ha dell’incredibile. Per quel che riguarda l’OPEC+, la Russia è un membro della nuova organizzazione allargata, quindi il taglio definito a Vienna non farà altro che creare una crisi di prodotto sul mercato ed automaticamente alzare le quotazione del greggio. La Russia come gli altri paesi produttori avranno solo da guadagnare. Il problema è per noi che viviamo di greggio importato. Petrolio russo e il caso Lukoil, Marsiglia a Il Giornale d’Italia: “Se per l’Iran abbiamo avuto problemi, figuriamoci oggi con la Russia che crea dipendenza a continenti interi”
Dal momento che le sanzioni hanno impedito all’Europa di finanziare la Isab di Priolo, E dal momento che questa, dopo le sanzioni ha cominciato ad approvvigionarsi prevalentemente dalla Russia mentre prima riceveva la materia prima ad altri paesi. Dopo il 5 dicembre quindi che danno avrà? E l’economia americana risentirà dell’embargo al petrolio russo?
Con Isab si è verificata una cosa strana e paradossale: essendo una società russa non ha avuto più garanzie dalle banche per acquistare petrolio da altri stati ma, nello stesso tempo non potrà neanche più ricevere greggio russo. Quindi una situazione fuori dal normale, in qualunque modo si muove, è sbagliato. Oggi si intravede uno spiraglio con una manovra di piccolo aiuto del Governo italiano ma ancora le criticità esistono. Certamente da dicembre ed anche da febbraio per i prodotti raffinati la raffineria risentirà economicamente di questo stop sanzionatorio. Vedremo nelle prossime settimane da quali paesi gli sarà concesso approvvigionarsi o meglio, quali Stati saranno disponibili a vendere greggio alla Lukoil in Italia. L’economia internazionale sta risentendo della situazione. Se per l’Iran abbiamo avuto problemi, figuriamoci oggi con la Russia che crea dipendenza a continenti interi.