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    Roma, 27-03-2023

    IL GIORNALE intervista – “L’Italia hub del Mediterraneo: ecco perché dà fastidio a Bruxelles”

    Michele Marsiglia, presidente di FerdePetroli Italia, fa il punto sulla crisi energetica e su come l’Italia la sta affrontando.

    “Il Qatar, per l’Italia, riveste un grande potenziale visto che gran parte del gas naturale liquefatto arriva anche da quel Paese che, sotto alcuni aspetti, è ancora vergine. Ci sono dei grandi giacimenti di gas da scoprire”. Michele Marsiglia, presidente di FerdePetroli Italia, racconta in esclusiva a ilGiornale.it, il suo incontro avuto recentemente con l’ambasciatore qatariota.

    Qual era il motivo di questo meeting?

    “Il nostro primo obiettivo è stato quello di dare un segnale di vicinanza dopo lo scandalo scoppiato a Bruxelles perché la magistratura fa il suo corso, la politica fa il suo corso ma altrettanto devono fare anche le relazioni istituzionali, pensando anche al business. La visita ha avuto lo scopo di rivalutare la collaborazione e le forme di cooperazione bilaterale per i progetti tra le aziende di Federpetroli Italia e i progetti per lo sfruttamento di diversi giacimenti sia di gas che di olio nel paese dell’emirato”.

    A Quanto ammontano gli scambi commerciali tra Italia e Qatar?

    “L’Eni ha firmato proprio lo scorso lo scorso anno un memorandum. Parliamo di miliardi di metri cubi di gas. Bisogna considerare che il Qatar è uno dei Paesi che ha le riserve più grandi al mondo. Il Qatar non è vantaggioso per l’Italia e per l’Europa solo per i grandi progetti ma ci sono progetti anche per la media industria. Per motivi di riservatezza, però, non posso darle delle cifre”.

    Questi scambi si sono interrotti dopo Qatargate?

    “L’Europa ha appena iniziato questo scandalo ha detto che avrebbe bloccati rapporti commerciali con il Qatar, ma noi siamo stati sempre contrari. All’ambasciatore abbiamo detto che il rapporto deve essere a maggior ragione ancora più solido non non è stato bloccato. Il Qatar e il Marocco, i due Paesi che sono stati investiti da questo scandalo, non hanno colpa semmai la colpa è sempre del singolo ma non di Stato. Il nostro interesse è che l’Europa non rovini i rapporti vanno a minare gli interessi nazionali dell’Italia”.

    Lei che idea si è fatto del Qatargate?

    “Abbiamo già vissuto gli scandali in Nigeria e in Congo. Siamo abituati a questi tipi di scandalo. Secondo me forse è quello che politico che ha avuto qualche maniera onnipotenza. Mi dispiace che vengano incolpate le lobby di tutto questo. La responsabilità dei singoli”.

    Il piano Mattei non è ben visto a Bruxelles?

    “Forse no perché va a sfruttare quel che in Africa dove l’Ue è sempre stata molto lontana, a differenza dell’Italia. Il nostro Paese, negli ultimi anni, è diventata hub del Mediterraneo e temiamo che, proprio per il potere acquisito, inizi a dare fastidio in Europa. C’è una sorta di invidia energetica anche perché adesso abbiamo riallacciato i rapporti con l’Algeria”.

    “Due mesi fa ho incontrato l’ambasciatore russo in Italia a cui abbiamo detto che le aziende energetiche desiderano proseguire i rapporti commerciali con la Russia che è un partner strategico e che le sanzioni sono una misura politica, ma in questo momento i rapporti commerciali sono bloccati. In Medio Oriente e Africa, invece, stiamo collaborando tranquillamente con i russi”.

    Potremmo mai raggiungere l’indipendenza energetica?

    “Le raffinerie italiane, purtroppo, non lavorano al massimo delle loro capacità e non sono stati fatti molti investimenti da questo punto di vista. L’indipendenza energetica si raggiunge non solo con gli accordi commerciali, ma anche con le infrastrutture e in Italia, purtroppo, mancano i rigassificatori, le raffinerie e una rete depositi. Bisogna, insomma, costruire una giusta strategia energetica nazionale che, in Italia, manca da 20 anni e anche il piano delle nuove trivellazioni non è partito pienamente eppure, nell’arco di 15 anni, sfruttando le nostre risorse, potremmo soddisfare il 42% del fabbisogno energetico”.

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